La Harley Davidson è un mito!
E’ storica, splendida e appassiona anche chi non si sente un “centauro” della strada. Ci sono poche cose da cui non si può prescindere: la Harley Davidson, appunto; la Lamborghini “Miura” di cui da bambina possedevo circa dieci modellini di ogni colore; la Jaguar “E” spider, rossa o verde inglese con i cerchi a raggi. Poi “l’Annunciata di Antonello da Messina; la “Malincolia” di Albrecht Durer e poco altro. Naturalmente lo dico con un pò di ironia. Ma non troppa!
I miti ci accompagnano sempre e fanno parte della nostra vita. Per caso, diversi mesi fa, ho visto tra le tante e mail che ricevo al giorno, una più interessante delle altre, appunto da un Pr della Harley Davidson, che mi invitava a realizzare un’opera per un concorso web indetto dalla Casa motociclistica. Splendido ho pensato subito, devo lavorare su uno degli oggetti più belli del mondo! Mi sono messa subito all’opera, ma le mie immagini, i miei quadri, sono sempre degli spazi immobili, senza aria, oggetti dimenticati e posizionati da chissà quanto tempo. Come conciliare il concetto di velocità, potenza e aggressività sprigionato dalle moto Harley? Semplice, la mia moto è ferma, parcheggiata, inserita nello spazio senza tempo, in cui gli unici dati sono un pavimento rinascimentale e una moto del ‘2000. Il tutto forse crea un pò di spaesamento ma anche tranquillità.
L’Opera è comunque stata scelta e selezionata nello splendido catalogo “883 modi di dire ...” evidentemente da una giuria attenta e curiosa, che ha saputo cogliere gli aspetti insoliti della mia comunicazione. A loro vanno i miei ringraziamenti.



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